Depressione: la stabilità è nel cuore

Dal punto di vista psicologico, con il termine “depressione” riferito a un paziente si intende un abbassamento del suo umore accompagnato da un rallentamento motorio, più o meno marcato, e di alcune funzioni cognitive: percezione, attenzione, spinta creativa.

Il disturbo depressivo finisce per interferire con tutte le attività della vita quotidiana e provoca sofferenza a chi subisce il disturbo, ma anche a coloro che interagiscono con la persona depressa. Dal punto di vista fisiopatologico, la depressione è collegata a uno squilibrio di alcuni neuromediatori, tra cui il più importante è la serotonina, e a fattori psicologici come stress, dispiaceri improvvisi, mancanza di sostegno sociale e familiare.
La serotonina è presente soprattutto nel sistema nervoso centrale e nel tratto gastrointestinale: questo ormone risulta fondamentale nella regolazione dell’umore, del sonno, dell’appetito, così come nell’apprendimento e nella memoria. Le donne sono maggiormente soggette alla depressione, non solo perché emotivamente più vulnerabili, ma anche perché la problematica specifica è strettamente connessa agli ormoni, e può dunque manifestarsi con facilità prima e dopo la gravidanza, precedere il ciclo mestruale e presentarsi durante la menopausa.

La depressione è un male molto articolato e va quindi affrontato nella sua interezza, le soluzioni farmacologiche per contrastarla non possono mai considerarsi totalmente efficaci; per guarire sul lungo tempo è necessario agire su più livelli: corpo, mente, anima. Per questo motivo l’Ayurveda non considera la depressione come una malattia, ma piuttosto come uno “stato dell’anima”. Quando il dolore emotivo si accumula nel subconscio della mente il nostro potenziale psicologico si assottiglia repentinamente e la perdita di potenza e funzionalità psicologica determina un intorpidimento diffuso, in alcuni casi il blocco della produzione di serotonina può persino essere totale.
La causa di un accumulo emozionale va ricercata spesso nel passato, oppure è il frutto di cambiamenti rilevanti nella propria esistenza, i casi più frequenti sono quelli legati al divorzio, a problemi finanziari, alla scoperta (o permanenza) di una malattia cronica, alla morte di una persona cara. Esistono poi alcune persone particolarmente sensibili ai cambiamenti stagionali: in questi soggetti l’arrivo dell’inverno innesca un generale abbassamento dell’umore, che a livello globale si riflette in milioni di persone che si avvicinano alla depressione. Non tutti i pazienti, tuttavia, presentano una comune sintomatologia: gravità, frequenza e durata dei sintomi possono essere fortemente variabili. La depressione è caratterizzata da tristezza, ansia, senso di vuoto, solitudine, fatica, scarsa concentrazione, difficoltà di memoria e debolezza di capacità decisionale, irritabilità, insonnia, inappetenza, aumento di peso, senso di inutilità, pessimismo, auto-esclusione, conflitti familiari, scarse prestazioni sul lavoro o a scuola. Il “male oscuro” può essere spesso latente, ed è quindi opportuno prestare sempre molta attenzione se avvertiamo nelle persone a noi vicine il manifestarsi contemporaneo di alcuni di questi sintomi.

Equilibrio e salute
L’Ayurveda considera la depressione come uno squilibrio dei Tridosha. I Tridosha Vata, Pita e Kapa sono tre energie funzionali e sottili che governano il corpo e la mente e hanno 15 Subdosha, tra cui Prana Vata, Sadaka Pita e Tarpaka Kapa, che controllano il cervello e la mente. Prana Vata determina la comunicazione tra le cellule cerebrali, Sadaka Pita governa l’intelligenza del cervello, l’armonia e la chiarezza della mente, mentre Tarpaka Kapa gestisce la struttura dei fluidi nel cervello, l’unione e l’armonia.

Nel cervello Prana Vata stimola la creatività, Sadaka Pita la percezione, mentre la sensazione di appagamento dipende da Tarpaka Kapa. Quando sono in equilibrio, questi Tridosha contribuiscono al benessere, mentre il loro stato di squilibrio può portare alla depressione: l’Ayurveda associata allo Yoga costituisce una forma naturale di cura per prevenire e sanare la depressione, poiché tutte le tecniche utilizzate durante la pratica hanno come scopo la produzione di serotonina per migliorare le funzioni strutturali del nostro corpo.

La cura del cuore
I blocchi emotivi nascono da un’indigestione emozionale che è causata da uno squilibrio di Vata, mentre un’indigestione intellettuale è causata da uno squilibrio di Pita e un’indigestione alimentare da uno squilibrio di Kapa. Tutti e tre questi tipi di accumulo causano un aumento di tossine (Ama), che impediscono il flusso vitale delle cellule e di conseguenza impoveriscono la rigenerazione cellulare.
Il corpo presenta più cellule vecchie rispetto a quelle nuove e si va incontro a un aumento di stanchezza con conseguente perdita di vitalità. La mancata rigenerazione delle cellule rallenta il corpo e la mente va in difficoltà, l’Ayurveda, quindi, cerca di porre rimedio alle cause principali che determinano la depressione con alcuni trattamenti mirati alla sostituzione delle cellule morte e deboli con quelle fresche e vitali.
È importante anche prendersi cura del proprio cuore, perché l’anima dimora in esso e quindi subisce tutte le esperienze che derivano dalla gestione dell’ego. Ricordiamo che l’ego è solo una rifrazione dell’anima, poiché rimane collocato nella testa, assumendo il ruolo di gestione del flusso della vita; insieme all’intelletto l’ego è responsabile della nascita di tutte le emozioni. Il cattivo funzionamento del proprio ego è la causa primaria del manifestarsi della depressione, poiché il cuore si ammala perdendo stabilità e purezza. Il raggiungimento del distacco è quindi la migliore cura per superare questa malattia, mentre la salute e la felicità sono gli ingredienti principali per il buon funzionamento del cuore.

Per contrastare la depressione: “Sii attivo”
La natura può essere il miglior alleato per chi soffre di squilibri emotivi, ma è necessario adattare un programma specifico all’individuo per ripristinare l’armonia e il benessere. Il programma che utilizzo presso l’Ashram Joytinat di Corinaldo si chiama “Sii attivo”: si basa sull’apprendimento di un regime alimentare e di uno stile di vita sano: Yogasana, Pranayama, Panchakarma, massaggi con olii ayurvedici, dieta equilibrata. L’interazione di tutte queste pratiche va a bilanciare l’attività della mente agendo direttamente sulle emozioni, di conseguenza i Dosha risultano armonizzati riportando il paziente nella direzione del benessere.
Già attraverso la pratica di questi semplici rimedi si riescono a osservare dei cambiamenti notevoli in tempi limitati. In ogni caso al paziente deciso a sospendere l’utilizzo di farmaci antidepressivi a favore delle cure ayurvediche consiglio sempre di interpellare prima il proprio medico, che possiede un quadro clinico completo della persona.

Erbe che favoriscono l’armonia
Niragada: tisana depurativa, contiene numerose erbe pungenti e amare che aiutano a bruciare le tossine e a pulire tutti i canali grossolani e sottili, migliora il fuoco gastrico e il metabolismo grossolano, favorisce l’assimilazione di sostanze nutritive per le cellule.

Aswaganda: famosa erba ayurvedica che infonde un supporto nutrizionale e favorisce la comunicazione stabile e armoniosa tra le cellule cerebrali e la mente.

Brahmi rasa: tonico molto efficace a base di Brahmi (Bacopa monnieri), migliora i processi di apprendimento donando stabilità emozionale per una vita serena.

Vaira Prash e Vaira forte: preparati che favoriscono il ringiovanimento delle cellule e che contengono numerose erbe in grado di supportare Tarpaka kapa, nutrono i tessuti cerebrali e i fluidi nel cervello per aumentare la resistenza e il ringiovanimento mentale e strutturale.

Il Mantra della guarigione
Om tryambakam yajamahe sugandhim pushti vardhanam urvarukamiva bandhanan mrityor mukshiya maamrtat
Aom shanthi… Shanthi… Shanthi…

Signore del terzo occhio, ti offro il profumo della mia anima, mi distacco dal maya. Tu doni immortalità.