L’autoguarigione

Se hai un problema prova a risolverlo.
Se non puoi risolverlo, dissolvilo.
Chiarezza!
Swami Joythimayananda

Che cos’è l’autoguarigione?

L’autoguarigione (Atma Cikitsa) è la capacità innata che hanno tutti gli esseri umani di star bene e di avere una vita felice e soddisfatta.

Nasciamo sani, contenti e in pace; è questa la nostra vera natura. Ciò che ci porta alla sofferenza e alle malattie sono, invece, le abitudini quotidiane sbagliate, il cibo che assumiamo e le emozioni che nutriamo ed esprimiamo.

L’autoguarigione è quindi un flusso naturale di riparazione continua e autonoma che avviene in se’, per se’, e da se’.

Che cos’è la cura?

Ci aspettiamo sempre che gli altri facciano qualcosa per il nostro benessere, ma nessuno può veramente attuare la guarigione al posto nostro.

Cerchiamo spesso la cura, intesa come intervento esterno, ma curare veramente il corpo significa dare la possibilità all’autoguarigione di fare il suo corso. Se, per esempio, ho un osso rotto, è bene che rimanga immobile per permettere la sua calcificazione naturale.

Come l’osso rotto si calcifica naturalmente, così tutti i sistemi, inclusa la mente, funzionano autonomamente, ma con la nostra energia negativa spesso blocchiamo o rallentiamo questo processo. La natura umana è composta di un lato gioioso, armonioso e divino, e un lato ombroso, negativo e distruttivo. La parte divina, o puro essere, va tirata fuori per facilitare il potere intrinseco di auto-guarigione.

Come funziona il processo di autoguarigione?

Secondo l’Ayurveda, è innanzitutto importante conoscere e comprendere i Dosha (Vata, Pitta e Kapa), ovvero le tre energie che agiscono a livello strutturale nell’organismo e permettono di definire la Prakruti o costituzione individuale. Per mantenere i Dosha in armonia, ognuno deve seguire un particolare stile di vita in base alla propria costituzione, tenendo anche conto delle stagioni e del posto in cui vive.

Un eventuale squilibrio dei Dosha si manifesta in un’alterazione fisica, fisiologica e mentale che coinvolge in primo luogo il metabolismo dei tessuti (Dhatu) e l’essenza di esso, detta Ojas.

Secondo l’Ayurveda, il corpo è composto di tre energie che dobbiamo comprendere per poterle gestire e rafforzare. Esse sono:

1. Chandra Mandala, o energia lunare che ha sede nella testa. E’ l’energia vitale che consumiamo nell’arco della vita (Prana).

2. Surya Mandala, o energia solare che ha sede nel cuore. E’ l’energia dinamica dell’amore e della compassione (Tejas).

3. Agni Mandala, o energia individuale che ha sede nella pelvi. E’ l’energia potenziale, la forza del nostro sistema immunitario e il fuoco che permette la digestione sotto forma di calore verso la cavità toracica (Ojas).

Ojas è quindi l’energia potenziale che attraverso la trasformazione (Tejas) crea il Prana, la forza della vita. Le sue funzioni sono generare energia vitale, dare energia ai diversi tessuti e organi, e mantenere un sistema immune forte.

La presenza di Ojas nell’organismo è vitale. Ad esempio, il “Charaka Samhita” afferma che, seppure i Dosha nel corpo fossero forti ed equilibrati, senza Ojas il corpo morirebbe. In genere, la carenza di Ojas si associa alla mancanza di vitalità fisica e mentale, a momenti di ansia, debolezza e tensione e a un fragile sistema immune, che sono le condizioni in cui si possono facilmente manifestare le malattie.
Gli Ojas hanno un ruolo importante nel mantenimento della salute. Per produrre e incrementare la loro presenza nel nostro organismo, bisogna seguire uno stile di vita sattvico a livello comportamentale, alimentare e spirituale, avere cioè la mente chiara e serena, l’anima in pace e piena d’amore, e assumere alimenti puri e naturali che donino equilibrio e armonia.

In Ayurveda l’autoguarigione avviene a livello energetico e corrisponde alla capacità di produrre e immagazzinare il massimo di Ojas.

Agni Mandala accumula Ojas nel primo Chakra (Chakra Muladhara). Sta a noi utilizzare questa intelligenza per guarire l’intero organismo e gestire questa energia, che consumiamo sotto forma di Prana, distribuendola nell’arco di cinquanta, cento, o trecento anni.
Ci vuole impegno per aumentare la nostra energia potenziale (Ojas); se cerchiamo la comodità, cadiamo nei vizi, e l’Ojas cala. Bisogna sempre affrontare le situazioni, qualunque esse siano, con motivazione, coraggio e forza per aumentare questo potere.

Gli strumenti dell’auto-guarigione

La chiarezza, l’amore e il distacco

La chiarezza viene dalla comprensione profonda di se stessi e dalla semplicità.

La chiarezza non va confusa con la conoscenza. Spesso quando non conosciamo, è più facile avere chiarezza. Più conosciamo e più complichiamo la mente. L’umiltà porta alla chiarezza e non consuma energia. Chi è superbo, invece, vede ogni cosa con dubbio e consuma tanta energia.
Se abbiamo chiarezza, sentiamo leggerezza e il nostro cuore è contento. Aumentiamo la fiducia in noi stessi, negli altri e nel mondo. La fiducia da’ stabilità, e la stabilità aumenta l’Ojas. Un intelletto privo di ego, con anima pura e leggera, pensa bene degli altri, non arreca loro danni e applica la pazienza. Non vede il male intorno a se’ perché la sua visione è ampia, lucida e positiva – riesce a vedere oltre, e l’amore cresce.

Amore, gioia e contentezza sono i nostri tre stati naturali.
La pesantezza dell’anima viene dal karma (accumulo degli effetti di azioni passate), ma si può sciogliere attraverso l’amore e la chiarezza.
Il cuore è come una finestra: se lo apri, l’amore entra. Se lo chiudi, non entra, ma la luce sempre c’è.
Se pratichiamo la pazienza e il pensiero positivo per almeno tre mesi, sentendoci sempre soddisfatti, aumenteremo il nostro Ojas e vivremo di più.
Un altro strumento, sempre accessibile e obliquamente applicabile, è il distacco. Il distacco è uno stato spirituale elevato in cui facciamo tutto, ma in realtà non facciamo nulla. E’ l’inazione nell’azione. Rimaniamo testimoni e gestori, ma non tratteniamo – lasciamo che tutto venga e tutto vada.

Lo yoga e il pranayama

Attraverso la pratica del pranayama, assorbiamo ossigeno che contiene prana, e il prana, a sua volta, contiene nel suo nucleo la memoria di Dio. Attraverso la nutrizione e il pranayama carichiamo questa memoria.
Il prana puro, di qualità Sattva Guna (qualità leggera), da’ un buon Tejas e un Ojas forte.

Kayakalpa, il corpo eterno

L’autoguarigione è anche una forma di prevenzione.
Kayakalpa in Ayurveda significa “corpo vaccinato”, ossia corpo che può vivere in eterno senza l’uso dei medicinali e immune dai virus. Kaya significa corpo e Kalpa eterno. Attraverso un’alimentazione sattvica, le cellule si purificano e il corpo diventa come un minerale – il decadimento si blocca.

Rasayana, rallentare l’invecchiamento

Il processo di ringiovanimento richiede impegno, sforzo e dedizione.
Dobbiamo prima eliminare le scorie nel corpo. Se ci limitiamo a prendere preparati per ringiovanire non facciamo altro che aumentare il livello di tossine.
Prima serve quindi una disintossicazione totale attraverso il Panchakarma, tecnica di purificazione a livello fisico, fisiologico, energetico ed emozionale.

Acharya Rasayana, il ringiovanimento comportamentale

Il ringiovanimento è anche comportamentale: se hai cinquant’anni e ti comporti come un ventenne, dopo un mese dimostrerai ottant’anni. Questo non è ringiovanimento.
Ringiovanire significa rallentare l’invecchiamento rispettando i cicli di vita.
Acharya Rasayana è il comportamento da seguire durante l’arco della giornata – sapere cosa fare (Nyama), cosa non fare (Yama), e come gestire efficientemente il proprio tempo.

Gestire l’arco della giornata

  • La mattina va dedicata alla purificazione. Dalle quattro alle sei è quando il sole comunica con l’anima. Cerchiamo di alzarci prima dell’aurora, o almeno entro le sei per dedicare tempo a noi stessi. Dopo le urgenze naturali e la pulizia di denti e lingua, eseguiamo l’auto-massaggio con gli olii (Abyangham), dalla testa, ai cinque sensi, a tutto il corpo. In questo modo saremo pronti per affrontare la giornata; altrimenti rimarremo confusi, stressati e pesanti per tutto il giorno.
  • Mezzogiorno è dedicato alla nutrizione, quando il sole è alto, il nostro Agni (fuoco gastrico) è forte e la digestione veloce.
    Impariamo a mangiare poco e bilanciato. Digiuniamo almeno una volta a settimana, di sabato possibilmente, per pacificare saturno e quando tutti, solitamente, vanno a cena fuori. Il digiuno rafforza il sistema immunitario. Il corpo si difende senza cibo, e l’Ojas aumenta.
  • La sera è più adatta per apprezzare il mondo,  e la notte per dormire.
    Instauriamo un buon rapporto con il rilassamento, non solo con un buon sonno, ma anche apprezzando la natura, praticando yoga, meditando, ascoltando musica. I tipi Vata (costituzione associata all’aria) dovrebbero dormire cinque o sei ore; i tipi Pitta (costituzione associata al fuoco) sei o sette ore; i tipi Kapa (costituzione associata alla terra) sette o otto ore.

Gestire il rapporto con le attività e con gli altri

Bisogna anche imparare a gestire il rapporto con gli altri e con le varie attività, per esempio con il lavoro.

La vita è azione, e il lavoro fa parte della vita.
Quindi, non dobbiamo dividere le due sfere.
Cerchiamo la soddisfazione nel fare e non nel risultato, che, anche quando positivo, ci darà sempre una soddisfazione temporanea. Agiamo sempre con contemplazione, impegno e soddisfazione senza aspettarci niente in cambio. Viviamo ogni azione come Karma Yoga (yoga dell’azione disinteressata) seguendo il nostro Dharma (il nostro dovere).
Molte persone invece di sentire o ascoltare passano il tempo a difendere se stesse e perdono così l’opportunità di ascoltare l’altro. Discutere è una perdita di tempo. Nelle conversazioni, a turno, uno dovrebbe parlare e l’altro ascoltare in silenzio, senza ribattere.

Gestire il tempo settimanalmente

Gestiamo bene anche il tempo settimanalmente.
Il weekend è un momento per se stessi, per crescere spiritualmente, e non per stressarsi andando in montagna, al lago, o al mare. Rimaniamo a casa ad accumulare energia, o andiamo in pellegrinaggio (Yatra).
E’ importante dedicare tempo alla lettura dei testi spirituali almeno una volta a settimana.
Se leggiamo invece i testi scientifici, consumiamo tanta energia.
Trovare la dimostrazione scientifica in tutto è un’abitudine dell’occidente. Non serve che un bambino chieda alla madre: “Dimostrami scientificamente che sei mia madre”. C’è fiducia nel bambino. Allo stesso modo dobbiamo aver fiducia della parola dei nostri saggi antenati. La fiducia è un grande potere. La nostra mente vuole seguire la scienza, il nostro cuore i saggi.

Rispettare il ciclo di vita

Infine, è importante avere rispetto del ciclo di vita.

  • fino ai venti anni c’è la conoscenza di tutto
  • dai venti ai quaranta si mette in pratica la conoscenza acquisita e si sperimenta
  • dai quaranta ai sessanta si ha la maturità, la chiarezza e la luce
  • dai sessanta agli ottanta la flessibilità, l’adattamento, la positività
  • e dagli ottanta in poi c’è il distacco: si medita e si contempla Dio.

Quando andiamo contro questo flusso di natura, l’autoguarigione diminuisce.
Attraverso queste pratiche risvegliamo la nostra energia potenziale e bruciamo il karma più velocemente. Misticamente risvegliamo la kundalini. Usiamo l’energia per annullare noi stessi. Nello stato di profonda meditazione, infatti, pensieri, sentimenti ed emozioni si annullano. Non c’è più karma, non c’è più vita.